ansia depressione avversità ghiandola tiroidea ormoni autoanticorpi antidepressivi ansiolitici microorganismi
Buon giorno! grazie per la domanda! Non pensavo iscrivendomi a questo sito di ricevere una simile accoglienza.
Mi chiede qual'e il mio problema..beh, per riassumere il tutto, sono una persona insicura, molto ansiosa. Dopo anni di antidepressivi e ansiolitici sono riuscita a smettere alla fine dell'anno scorso. Purtroppo pero' all'inizio dell'anno scorso mi sono arrivate delle spese impreviste che mi hanno ributtato nell'ansia in maniera tostissima. Ho ripreso a prendere degli ansiolitici, non ho nessuna intenzione di riprendere gli antidepressivi, e sto cercando qualcosa di alternativo che mi possa aiutare in questo periodo particolare. Avrei tanto da raccontare ma non voglio farle perdere tempo. Grazie. ansia depressione avversità ghiandola tiroidea ormoni autoanticorpi antidepressivi ansiolitici microorganismi
Egregia, è giustificata l’ansia per varie problematiche, ma l’eccesso che conduce alla depressione deve essere risolto individuando le cause che lo conducono.
Quando l’organismo è sano, affronta con maggiore energia, risolutezza, le avversità trova la soluzione migliore. Quando l’organismo non è nelle condizioni regolari e fisiologiche, per la presenza di sintomi vaghi ed aspecifici, che si ripresentano tutti i giorni, indice di una possibile malattia silente, che potrebbe verificarsi in seguito, non riesce ad affrontare le problematiche di tutti i giorni.
Le faccio un esempio, quando la ghiandola tiroidea non produce regolarmente gli ormoni, è attaccata dagli autoanticorpi, ma esternamente con gli esami eseguiti, tutto sembrerebbe nella norma, la persona non può sostenere in maniera regolare la giornata, poiché in determinate ore gli ormoni non sono presenti in quantità necessaria per affrontare le avversità, così si vede costretta ad assumere antidepressivi e ansiolitici, ma sono soltanto sintomatici, non affrontano il problema dalle cause.
La determinazione delle cause è essenziale per poter condurle alla loro lenta soluzione, così il sintomo viene eliso e non soppresso.
L’organismo devo considerarlo nel suo insieme; alcuna considerazione limitata al sintomo apparentemente interessato dalla patologia, può risolvere questa complessità, poiché vede soltanto una parte, non considera l’organismo nel suo complesso, la complessità degli organi, delle cellule, della loro risposta e del compito del sistema immunitario, che non “specialistico”, ma ha un comportamento globale, determinato dalla somma dei comportamenti dei singoli organi, dei loro componenti cellulari. Così semplicemente, l’ansia, la depressione, sembrerebbero la parte più importante, ma è soltanto una minima parte del processo patologico che sta avvenendo nell’organismo e il sistema immunitario comunica il suo disagio manifestando l’ansia, la depressione, così all’esterno vedono l’ansia, la depressione, non comprendendo, ma nemmeno cercando il motivo per cui queste si manifestano, corrono alla prescrizione di sostanze chimiche che le sopprimono, ma non agiscono sulla reale causa che le ha determinate. Procedere alla verifica delle cause, anche silenti precedentemente, ma minimi sintomi, mal decifrabili possono condurre il ragionamento clinico; la certezza posso ottenerla con l’analisi completa dell’organismo, non invasiva, delle cellule, che mi mettono nella condizione di comprendere le cause, gli agenti patogeni presenti, di seguire il ragionamento clinico, giungere alla diagnosi e alla strategia terapeutica da applicare, con la possibilità di verificare successivamente l’andamento della conduzione delle cause alla loro soluzione e della radicazione dei microorganismi.
Comprendere questa linea di condotta è essenziale, altrimenti le terapie non saranno mai rivolte alla complessità delle alterazioni presenti senza alcuna soluzione.
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