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Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico

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Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico - Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico                  Egr. Dott. Moschini,
mi chiamo Filippo  e sono un abitante in un  paese di circa 18000 abitanti della provincia di Bari.
Mi sono permesso di inoltrare la presente mail alla sua attenzione in quanto ho letto, con profondo interesse, il caso relativo ad un suo assistito tale Sig. Andrea, pubblicato su omeopatiaitalia.org.
L'attenzione da Lei dedicata al caso di Andrea è stata tale da indurmi a non poter fare a meno di riporre in Lei la speranza di poter ricevere una consulenza medica che riguarda mio papà.
Consulenza che saremmo disposti, qualora lo riteneste opportuno, a ricevere anche personalmente presso il suo  Studio Medico
Mio papà ha
60 anni, circa 10 anni fà ha subìto un micro-infarto del miocardio a seguito del quale - fortunatamente - non è stato necessario ricorrere ad alcun intervento nè di by-pass nè di angioplastica.
Da allora ha smesso di fumare e prende la pillola del Cardioaspirin.
Presenta inoltre alcuni disturbi gastrici non cronici ed una lieve forma di diabete.

Il motivo di questa mail e per il quale mi sono rifatto al caso di Andrea, tuttavia, è relativo alla diplopia.

A 20 anni circa, mio papà ha subìto la prima paresi facciale di tipo asimmetrica.
A quei tempi, fine anni 60 inizio anni 70, il suo medico curante congedò il Sig. Giuseppe con qualche iniezione di cortisone ed il viso tornò alla normalità.

Da allora, dopo una pausa di circa 25 anni, le paresi facciali sono tornate a ripresentarsi con una frequenza quadriennale circa.

L'ultima volta nel 2007, annunciato come sempre dal tipico dolore localizzato dietro l'orecchio.

Premetto che tutti i 4 fratelli di Giuseppe, sorella maggiore unica esclusa, hanno negli anni subìto il medesimo acciacco.
Puntualmente, ogni volta che si è presentato il problema, siamo andati dal neurologo il quale - dopo la visita di routine -
ha escluso cause di natura neurologica.

Ad avvalorare tali consulenze mediche non sono ovviamente mancate le radiografie di rito quali RMN del tronco e dell'encefalo, tutte negative.

Unico particolare emerso con la RMN del 2007 è un
microadenoma non riconducibile, secondo i medici, alla paresi facciale.
Diagnosi più accreditata:
colpo di freddo.

Circa un mese fà, in una Domenica come tante, Giuseppe sin da appena sveglio inizia ad avvertire un dolore lancinante al capo localizzato precisamente all'altezza delle arcate sopraccigliari in prossimità dei seni
nasali
.
Il dolore era talmente forte che in nessuna maniera riusciva a trovare sollievo.
Premetto che da alcuni giorni la sua pressione arteriosa era stranamente sopra il suo valore normale, circa
150-160 la massima e 90 la minima.
Più precisamente, la pressione arteriosa aveva preso a salire il giorno immediatamente successivo alla somministrazione del vaccino antinfluenzale standard
che avvenne il Martedì precedente della stessa settimana.
Stranamente anche nel 2007 avvenne questa cosa: qualche giorno dopo la somministrazione del vaccino, la pressione arteriosa si portò sopra la norma ed a distanza di pochi giorni si palesò una paresi facciale.

Casuale coincidenza?
I medici da noi interpellati (medico di base, oculista e neurologo) sono favorevoli per il si, noi abbiamo qualche dubbio.

La Domenica di tre settimane fà, infatti, congedammo l'evento come una normale cefalea e di fatto sminuimmo quello che in realtà sarebbe stato un problema sicuramente più importante anche rispetto all'ennesima paresi facciale, l'unica che in cuor nostro realmente temevamo sulla base di quanto
già verificatosi nel 2007.

Il giorno seguente infatti, mentre il dolore localizzato alle arcate sopraccigliari continuava sempre con la stessa intensità, Giuseppe aveva
perso la mobilità della palpebra dell'occhio sinistro. L'occhio restava chiuso e quel poco che riusciva ad aprire con evidente sforzo lasciava intravedere un preoccupante strabismo.

Non volevamo allarmare mio padre tra l'altro già molto provato e quindi decidemmo di attendere un pò almeno fino a quando si fosse fisicamente rimesso un pò in forma. Nella ns. più completa impreparazione pensammo si potesse trattare di una infiammazione passeggera dell'occhio che impediva alla palpebra di
alzarsi ed all'occhio di avere il suo naturale allineamento e la sua normale mobilità.
Tale pensiero era avvalorato dal fatto che in prossimità dell'arcata sopraccigliare dell'occhio debilitato c'era
un anomalo rigonfiamento visibile ad occhio nudo e palpabile con le dita.
Rigonfiamento tuttora presente ed assolutamente assente sull'altro sopracciglio.  
Procedendo con la cronostoria dei fatti, 4 giorni dopo ed esattamente il Venerdì successivo alla sopraccitata Domenica, passato il forte dolore al capo già da 2 giorni mio padre prese coscienza del fatto che il suo
occhio sinistro fosse gravemente compromesso.  Lo stesso giorno decidemmo pertanto di andare all'oculista.
Dopo la visita di rito, il medico realizzò che il nervo ottico era sano e la diagnosi da lui emessa fù
"paresi del III° nervo cranico".  
Prescrisse antibiotico e cortisone entrambi in capsule, RMN dell'encefalo e visita neurologica.
Prossima visita: il Mercoledì successivo.
Iniziata la cura, seppur con progressione molto lenta, la palpebra ha iniziato a riprendere mobilità pur sempre con un battito più lento rispetto all'occhio sano. Tuttavia, la pupilla continua ad essere disallineata e decisamente tendente a sinistra. La mobilità guardando verso l'alto e verso sinistra è abbastanza regolare
mentre guardando verso destra e verso il basso è quasi completamente assente.

Fatta la RMN del tronco e dell'encefalo, si è rilevato che l'arteria carotidea sinistra (dello stesso lato dell'occhio debilitato) ha un diametro ed una lunghezza decisamente più sviluppati rispetto a quella di destra.
Il radiologo suggerisce pertanto anche un' angio RM per escludere un qualsivoglia trauma o processo aneurismico a carico di suddetta arteria.
Intanto andiamo dal neurologo che, effettuata la visita ed analizzata la RMN dell'encefalo sia di quest'anno che del 2007, dopo aver escluso cause di natura neurologica, confermò la paresi già diagnosticata dall'oculista aggiungendo inoltre che
"trattasi di cause congenite".
Tornato dall'oculista come da accordi il Mercoledì successivo, lo stesso si meraviglia dei progressi relativi alla mobilità della palpebra. Purtroppo non poteva dire la stessa cosa a riguardo della pupilla e pur consapevole della fastidiosissima e debilitante diplopia, guardato il responso dell'RMN ed avendo ormai appurato l'assenza di concause riconducibili all'aspetto olftalmologico, realizzò che l'ingrossamento
dell'arteria carotidea sinistra avesse potuto interferire con il III° nervo cranico che è appunto responsabile della mobilità dell'occhio interessato.
Congedati dall'oculista con questa tesi, siamo quindi ritornati dal radiologo per effettuare l'angio RM.
Risultato: sono esclusi traumi o processi aneurismici a carico dell'arteria carotidea sinistra, è confermato il dato relativo alle sue più elevate dimensioni con sospetto che tale maggiore voluminosità sia dettata da un
naturale processo di compensazione dovuto alla necessità di compensare la piccolissima dimensione dell'arteria carotidea destra.
Il radiologo ci suggerisce un eco-doppler che mio papà aveva già fatto a
Maggio di quest'anno e che aveva rilevato la presenza di una piccolissima placca che, viste le dimensioni e considerata la posizione in cui si trova, a detta del medico responsabile dell'analisi non può rappresentare motivo di pensiero e di preoccupazione.
La radiologa responsabile della RMN sia dell'encefalo che dell'angio desidera avere le carte relative all'eco-doppler che non gli ho ancora portato e che gli consegnerò appena rientra dalle ferie.
Intanto il Sig. Giuseppe non esce più di casa,
ha sempre l'occhio chiuso perché quando lo apre vede doppio e non riesce a coordinarsi e quando lo apre tenendo chiuso quello sano - seppur vedendo bene - dopo meno di 20 minuti accusa cefalea.

Cosa mi suggerisce, Dott. Moschini?
Papà è sempre stato un individuo autonomo e fiero di se. Adesso, oltre alla reale debilitazione fisica, è moralmente sopraffatto.
Può essere che il
rigonfiamento tutt'ora visibile all'altezza dell'arcata sopraccigliare possa essere una causa latente di questa diplopia ?
Potrebbe essere utile un'indagine dedicata a tal fine? Se si, quale?
La tesi avanzata dall'oculista relativa alla
pressione esercitata dalla carotide al nervo cranico, quanto è plausibile?
E secondo Voi, cosa intende realmente il neurologo quando afferma che trattasi di "cause congenite"?
In presenza di una carotide fortemente sviluppata e dell'altra decisamente sottosviluppata, quali sono altri possibili rischi?
La piccolissima placca rilevata con l'eco-doppler, potrebbe essere una concausa di quanto verificatosi?
Cosa si potrebbe fare per iniziare a correggere, pochissimo per volta ma progressivamente, questa debilitante diplopia?

Allo stato attuale siamo soltanto in attesa di ricevere ulteriori informazioni dal radiologo previa presa visione dell'eco-doppler.
Dopodichè siamo senza bussola in mare aperto.

Vi ringrazio infinitamente già da adesso se avrete avuto la pazienza di leggere la presente mail e sarei profondamente felice se, in un momento come questo di grande smarrimento, potessi ricevere il Vs. supporto che ho subito percepito essere di grande orientamento umano e sociale oltre che
di elevatissima preparazione professionale.

Per qualsiasi cosa, sono a Vs. disposizione.

Cordiali Saluti    Filippo
 Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico - Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo CranicomDiplopia Paresi del III° Nervo Cranico –  L’omeopatia si propone di curare il corpo e la mente dando una particolare attenzione alla individuale e particolare attenzione alla storia personale e alle condizioni di vita di ogni essere vivente. Per fare questo l’omeopata deve conoscere e capire bene ogni paziente nella sua individualità.

Egregio Filippo, importante è   prima paresi facciale di tipo asimmetrica. Che si è sempre ripetuta negli anni anche se saltuariamente, non tutti gli anni, la vaccinazione influenzale che chiaramente ha innescato quella che  "paresi del III° nervo cranico".   sulla cui causa di ambedue, alcuno si è soffermato, soprattutto della paresi che si verificava ogni 4 anni poiché tale causa si è sovrapposta al virus vaccinico che ha la proprietà di essere neurotropo, si insinua nel nervo e ne provoca la paralisi sia per la sua presenza, che per l’infiammazione che provoca e che chiaramente, non è rilevabile con qualsiasi esame, poiché troppo piccola; infatti la RMN, ecocolordoppler hanno rivelato alterazioni “visibili”, su cui tutti si sono soffermati tralasciando la reale cause, che non possono evidenziare, con i comuni esami che hanno effettuato. A questo punto sono necessari il ragionamento clinico integrato ed esami di medicina integrata omeopatica, per poter rilevare le “minime” alterazioni, impossibili da evidenziare. Io sono abituato a verificare e accertare proprio tutte le problematiche non evidenti e a cercare le effettive cause, soprattutto quelle prodotte da agenti patogeni, soprattutto quelli che non vengono rilevati dai comuni esami effettuati, poiché vivono dentro le cellule, come i virus. Un virus si  è insinuato ed alberga nelle cellule nervose, del sistema centrale e periferico, rimane latente e persistente ed ogni tanto si riattiva, anche dopo 25 anni e progressivamente costiuisce e provoca aggravamenti, soprattutto quando si somma ad altri virus, come quello del vaccino influenzale, che ha la capacità di fissarsi nelle cellule del sistema nervoso, capacità ben conosciuta dalla medicina convenzionale. Purtroppo questa considera solamente quello che “vede”, ma quello che “non riesce a vedere”, non esiste. Così hanno dato importanza alle supposizioni più inverosimili

Ed infatti lei è  Dopodiché siamo senza bussola in mare aperto. ma la medicina integrata fornisce quella bussola, che conduce alla soluzione.

Cosa si potrebbe fare per iniziare a correggere, pochissimo per volta ma progressivamente, questa debilitante diplopia? Evidenziare ed eliminare i due virus implicati.

Cancellata e mai cercata la diagnosi esatta ogni supposizione diventa plausibile rigonfiamento tutt'ora visibile all'altezza dell'arcata sopraccigliare possa essere una causa latente di questa diplopia? pressione esercitata dalla carotide al nervo cranico, quanto è plausibile? carotide fortemente sviluppata e dell'altra decisamente sottosviluppata, quali sono altri possibili rischi? La piccolissima placca rilevata con l'eco-doppler, potrebbe essere una concausa di quanto verificatosi?

anche la più….non ho commenti "cause congenite"?

Questi virus rimangono latenti e persistenti e spesso difficilmente possono essere identificati, poiché non sempre stimolano il sistema immunitario, hanno la capacità di nascondersi e non essere identificati, dal sistema immunitario, ma anche dai medici. Gli esami che vengono effettuati non partono da zero, ma da un certo valore, per cui rimane non identificabile un certo valore minimo; è facile vedere il primo piano, ma il sotterraneo appena sporgente ed il piano terra, difficilmente vengono considerati. Così importante è effettuare l’analisi della cantina, per conoscere lo stato di tutto il palazzo, poiché le crepe potrebbero essere proprio nel sotterraneo, appena sporgente. 

La medicina integrata omeopatica mi mette nella condizione di comprendere questo sommerso, poiché oltre al ragionamento clinico convenzionale, applico anche quello omeopatico ed omotossicologico, che sono importanti per comprendere l’organismo nel suo insieme, non solo questo, ma mi mette a disposizione esami strumentali non invasivi, che in tempo reale mi permettono di verificare la presenza di agenti patogeni che possono essere i responsabili della diplopia, ma anche tutte le cause che la hanno condotta alla malattia principale   A 20 anni circa, mio papà ha subìto la prima paresi facciale di tipo asimmetrica.. Importante è comprendere tutti gli avvenimenti fisiopatologici che la hanno condotta alla malattia, questa si prepara nel tempo non accade improvvisamente e scopo principale della medicina integrata è identificare ogni causa, per poterla condurre alla sua soluzione senza soppressioni. L’organismo deve rimanere sempre “pulito”, la cantina non deve contenere depositi, poiché potrebbero incrinare il palazzo.  

Appena si verifica un sintomo, qualsiasi esso sia, soprattutto se interessa un processo infiammatorio, A 20 anni circa, mio papà ha subìto la prima paresi facciale di tipo asimmetrica.
devo conoscere esattamente quale causa lo ha prodotto, quale agente patogeno è implicato, il motivo per cui in quel momento la persona ha manifestato quella infiammazione\infezione, perché è stato permesso il processo per cui al responsabile è stato permesso l’ingresso e soprattutto la permanenza, all’interno dell’organismo, delle cellule. Con questo ragionamento, in ogni momento, posso intervenire e condurre subito l’organismo alla guarigione; in questo caso l’omeopatia è veloce, poiché agisce direttamente sulla causa; ma se la malattia, persiste per diverso tempo, chiaramente occorrerà diverso tempo per poter mettere l’organismo nella condizione di funzionare nel miglior modo possibile.

Ogni sintomo conduce esattamente al punto dove il sistema immunitario è stato attaccato, dove lui sta rispondendo ed il farmaco omeopatico agisce direttamente su questo, aiutando il sistema immunitario a tornare nella sua condizione iniziale di benessere. Purtroppo se con il tempo, si sono stabilite alcune alterazioni anatomiche, queste rimangono, ma regredendo l’infezione\infiammazione, viene permesso al sistema immunitario di agire tranquillamente con tutti i sistemi riparativi, così la lesione sarà inferiore.

Come vede, scelgo la via più difficile e lunga, ma è quella che porta alla soluzione definitiva, perché parte dalla reale diagnosi, con la possibilità di seguire la evoluzione della progressione del raggiungimento del regolare funzionamento dell’organismo.

Come vede, è importante stabilire l’iter terapeutico per giungere alla determinazione dello stato dell’organismo e il suo ritorno allo stato regolare e fisiologico, con la eliminazione degli agenti patogeni responsabili.

 Tutto questo lo accerto durante la visita, in cui analizzo l’organismo nel suo complesso, andando a ricercare le effettive cause che hanno determinato i suoi sintomi, per poterle rimuovere, questa è la strada che conduce alla soluzione definitiva, perché parte dalla reale diagnosi, con la possibilità di seguire la evoluzione della progressione del raggiungimento del regolare funzionamento dell’organismo.

Può telefonare alla segretaria, signora Aurelia, 
Tel.cell.  348/8240402 \ 3896497820
Tel.0585-040149 

 

 

 per avere le informazioni necessarie, Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico - Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo CranicomDiplopia Paresi del III° Nervo Cranico

 

Egr. Dott. Moschini,

anzitutto desidero ringraziarla per aver confermato la fiducia che a priori avevo il Lei già riposto.

Mi vorrà scusare se non le ho risposto prima; per impegni di lavoro sono stato a Roma e sono rientrato esattamente questa mattina.

La sua esposizione dei fatti è stata molto chiara e razionale, pertanto eviterò di chiederle ulteriori informazioni utilizzando questo mezzo di comunicazione.

Ho fatto tuttavia una ricerca del suo indirizzo geografico di lavoro sulla base del numero telefonico di rete fissa pubblicato nella sua mail ed ho constatato che, mio malgrado, ci separano davvero un bel pò di chilometri.

Pensa che potrebbe essere possibile coordinare una sorta  terapia a distanza tramite la quale andiamo a ricercare dal principio tutti quei possibili fattori "scatenanti" cui accenna nella sua mail?

Mio papà è molto a suo agio con le tecnologie del web di cui oggi disponiamo e ritengo che, dietro corrispettivo della sua prestazione medica che sarebbe sicuramente puntuale e dedicata, si potrebbero iniziare a fare una serie di indagini utili al riconoscimento delle cause di questa situazione.

Indagini di cui lei sarebbe coordinatore, controllore e supervisore.

Intanto, in attesa di un suo cortese cenno di riscontro, la ringrazio vivamente e le invio i migliori saluti.mDiplopia Paresi del III° Nervo Cranico - Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo CranicomDiplopia Paresi del III° Nervo Cranico

Egregio Filippo, suo padre ha una patologia importante, che gradatamente è andata aggravandosi, anche per trascuratezza delle cause così evidenti, che invece vengono ignorate. Io ho bisogno della presenza della persona, per poter evidenziare quali virus sono presenti, in quali zone del sistema nervoso centrale e periferico, in quali organi si sono insinuati. Le mie visite, sono incentrate all’analisi dell’organismo nel suo insieme, in tempo reale, in modo da poter seguire il ragionamento clinico, in ogni momento della visita; così da giungere in circa due ore, alle cause, evidenziare quale agente patogeno è presente, che ha determinato la diplopia, alla diagnosi, alla terapia adeguata. Le ulteriori indagini scaturiscono da quanto ho accertato, devono essere mirate, alla problematica che io ho evidenziato e per affinare la diagnosi eseguita, ma precedentemente, a queste devo avere chiarezza, conoscere esattamente tutta l’evoluzione della malattia che ha condotto il padre alla diplopia. Le indagini, gli esami, non conducono alla diagnosi, se prima il medico non ha ben chiaro tutto il processo fisiopatologico che è avvenuto.  

 Mi dispiace, ma ho bisogno di una esame obiettivo, un esame clinico è estremamente importante, poiché mette il padre  nella condizione di comprendere e capire le cause che stanno determinando i suoi sintomi, prevenirli, per risolverli, per non farli accadere, senza soppressioni, ma condotti gradatamente alla loro lenta soluzione.

 

Saluti  Dottor Med. Alberto MoschinimDiplopia Paresi del III° Nervo Cranico - Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo CranicomDiplopia Paresi del III° Nervo Cranico – 

Egr. Dott. Moschini,

la ringrazio nuovamente per la sua cortese disponibilità.

Le ho parlato di "tentativo di diagnosi a distanza" in considerazione del fatto che - ormai preparato ai tempi biblici dei medici in tema di neurologia - ho considerato remota la possibilità di riuscire, in un unica seduta, ad individuare le potenziali cause latenti del problema in oggetto.

Se invece lei, come di fatto afferma, può rassicurarmi sull'aspetto dei tempi di diagnosi valutando l'insieme delle cose "in tempo reale" e "giungere in circa due ore alle cause, evidenziare quale agente patogeno è presente, che ha determinato la diplopia, alla diagnosi, alla terapia adeguata", ritengo incentivante e realmente efficace la possibilità di raggiungerla nel suo studio.

Di fatto, il mio pensiero inibitorio, nasceva esclusivamente sulla base della reale impossibilità logistica che interverrebbe nel momento in cui fosse necessario sottoporre periodicamente mio padre ad una sua visita personale.

Se lei invece, dopo aver individuato le possibili cause e la possibile terapia, ritiene fattibile la possibilità di riuscire poi a seguire telematicamente le indagini e gli esami che riterrà opportuno fare, allora penso che sia il caso di programmare una trasferta a Massa.

Attendo pertanto una sua conferma relativa alla tempistica della diagnosi di prima battuta e da lei ufficiosamente già preventivata.

Grazie in anticipo

Cordiali salutiDiplopia Paresi del III° Nervo Cranico - Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo CranicomDiplopia Paresi del III° Nervo Cranico

 

 

Egregio Filippo, proprio per la necessità di giungere in breve tempo, due ore, ad una diagnosi ed una terapia, ho strutturato la metodica; successivamente, seguo la persona con la posta elettronica o telefono per le urgenze. Le visite successive, per verificare la progressione della efficacia della terapia, della eliminazione dei responsabili, le effettuo dopo 2 mesi e mezzo 3, per ché ogni volta che si verifica un miglioramento, i farmaci omeopatici devono essere cambiati, corrispondendo ai sintomi, che si sono modificati, alle reazioni del sistema immunitario che sono diverse, migliorandosi la presenza dei virus, meno antigeni incontra, meno risponde e produce proteine, citochine. Io devo essere sempre sicuro delle progressioni che avvengono e della effettiva radicazione dei virus, il ritorno alla funzione regolare e fisiologica della persona.

Non è la chimica che agisce, ma l’informazione esatta alle cellule del sistema immunitario, che sono le uniche che hanno un effetto antivirale, li “mangiano”. L’informazione, rimasta nel tessuto connettivo, agisce sulle strutture nervose, oltre alla presenza dei virus.

In questo è dimostrativo il lavoro di Montagnier,

Interdiscip Sci Comput Life Sci (2009)

DOI: 10.1007/s12539-009-0036-7

 

Electromagnetic Signals Are Produced by Aqueous Nanostructures

Derived from Bacterial DNA Sequences

Luc MONTAGNIER1,2, Jamal A¨ISSA1, St´ephane FERRIS1,Jean-Luc MONTAGNIER1, Claude LAVALL´EE1

 

 D:\Montagner\Il premio Nobel per la medicina 2008 Luc Montagnier a Milano i video della conferenza stampa - Rimedi Naturali.mht   

 

Individuate le cause e gli agenti patogeni responsabili, seguo sempre le persone attraverso la posta elettronica.

Consideri che il padre ha una patologia strutturata dall’età di 20 anni, nel 2007 è entrato il virus vaccinico, che progressivamente si è aggravata, su cui non è mai stato preso un provvedimento; questo costituisce una difficoltà sulla velocità della remissione, che chiaramente sarà più lenta, rispetto ad un intervento immediato.

 

In ogni momento occorre sempre essere sicuri di quello che nella persona sta accadendo. Principio fondamentale della medicina. Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico - Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo Cranico Diplopia Paresi del III° Nervo CranicomDiplopia Paresi del III° Nervo Cranico